Senza titolo, 2016

In un parcheggio di Ancona, troviamo l’opera semicircolare di RUN, che raffigura una serie di personaggi, tutti piuttosto simili, intenti a correre un gruppo da un lato, un gruppo dall’altro. Queste figure stilizzate indossano tutti la stessa tuta elastica di colore ocra, su di uno sfondo giallo chiaro. Le persone, attraverso lo slancio della corsa, muovono le braccia in avanti, andando a incastrare la mano anteriore con quella posteriore del personaggio vicino. Con questo gioco prospettico le figure sembrano correre tutte insieme, citando il futurismo e la fotografia di movimento di Muybridge.

Giacomo Bufarini, alias RUN, sin dai suoi primi graffiti ha un’idea ben precisa della disciplina: è un modo per comunicare. La sua poetica si rifà a questo scopo aggiungendo degli elementi ricorrenti: utilizzo di più colori, forme morbide e dolci, figure umane che nell’intersecarsi formano un pattern. È considerato uno degli artisti più influenti del panorama internazionale.